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Impossibile non incappare in Farmville se avete un profilo
su Facebook.
Il gioco on line, collegato con il noto social network, sta
riscuotendo ormai un successo planetario e anche in Italia vi sono migliaia di
appassionati.
Di cosa si tratta? Rientra perfettamente nella categoria
dei giochi gestionali tanto per intendersi i vari Sim, solo che in questo caso
non si interpreta il ruolo di un tycoon o del sindaco onnipotente di una città
ma si entra, metaforicamente, nei panni di un contadino.
In realtà non si
tratta di una novità assoluta, già nel 1993, la Maxis mise in commercio, con
scarsa fortuna, il proprio simulatore d'azienda agricola. Oltre alla grafica
approssimativa dell'epoca questo gioco aveva il limite di essere troppo
realistico e dava ben poco spazio alla fantasia dovendo trafficare con trattori,
silos e altri dettagli tecnici.
Molto più semplice, immediato, anche se
piuttosto complesso FarmVille in cui occorre programmare la semina, la
coltivazione per arrivare al raccolto. Ogni cosa ovviamente ha il suo costo, il
prezzo da pagare per le piantine, quello dei concimi, il costo del lavoro ecc,
così è facile sforare il budget e non avere guadagno dopo il raccolto.
Un po'
quello che avviene in agricoltura realmente.
Utile e interessante il fatto
che l'apprendimento dell'epoca di semina degli ortaggi e delle principali
pratiche agricole è reale e realistico, così da far apprendere, giocando,
nozioni anche al più incallito cittadino.
Cosa c'è allora di così diverso
rispetto a SimFarm di qualche anno fa? Perchè questo successo?
Certamente
l'interattività aiuta, il potersi confrontare e sfidare con gli amici in tempo
reale, cosa che negli anni 1990 era impossibile, ma piace anche perchè gli
eventuali guadagni possono essere investiti in accessori di lusso e abbellimenti
estetici per la propria azienda agricola.
L'obiettivo non è allora quello di
far soldi per allargare la propria azienda e comprare attrezzature produttive
migliori, unica cosa che si poteva fare in SimFarm che aveva un'impronta più
aziendalistica, ma la fiera della vanità, abbellendo costantemente la propria
fattoria virtuale.
Non a caso, dai dati divulgati, si scopre che sono le
donne (60%) a preferire FarmVille rispetto agli uomini e che è un gioco
prevalentemente per adulti. Il videogioco, per antonomasia, è questione legata
ai ragazzi ma, in questo caso, si scopre che appassiona soprattutto i grandi che
ne sono presi tanto da dedicarci una mezzoretta al giorno, di media. I numeri di
FarmVille sono impressionanti: 80 milioni di utenti al mese, 31 milioni di
utenti attivi ogni giorno. Su 200 milioni di utenti che usano Facebook tutti i
giorni, il 15% entrano in Farmville.
Perchè dedicare, su un settimanale
agricolo, così tanto spazio a un gestionale, sbarazzino e giocoso, di ruralità?
Semplicemente perchè questa agricoltura virtuale, visti i numeri, rischia
ben presto di essere più conosciuta di quella reale, col rischio di banalizzare
il settore primario.
FarmVille è un gioco, l'agricoltura no.
16 Ottobre 2010 Teatro Naturale n. 36 Anno 7
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