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7 décembre 2011

Pas de panique, le nouveau F-35 veille sur notre avenir par Manlio Dinucci

il manifesto 2011.12.03 -

 

06 UN BRUTTO AFFARE

 

SPRECHI MILITARI - L'impegno dell'Italia nella produzione e nell'acquisto (ne ha ordinati 131 senza sapere quanto salato sarà il prezzo finale) dell'aereo Lockheed Martin. Un pozzo senza fondo

Tranquilli, al futuro ci pensa il nuovo F35

APERTURA - Manlio Dinucci


777px-Lockheed_F-35_Joint_Strike_FighterUn programma costosissimo, sostenuto da uno schieramento bipartisan, che il governo Monti non metterà in discussione visto che il ministro della Difesa ne è il maggiore sostenitore

La crisi economica, documenta il Censis, ha colpito in Italia soprattutto i giovani, un milione dei quali ha perso il lavoro negli ultimi tre anni. Aumentano quindi le preoccupazioni per il futuro. Tranquilli, a loro e ai loro figli ci pensa la Lockheed Martin: «Proteggere le generazioni di domani - assicura nella sua pubblicità - significa impegnarsi per la quinta generazione di oggi». Si riferisce all'F-35 Lightning II, «l'unico velivolo di quinta generazione in grado di garantire la sicurezza delle nuove generazioni».
Sono stati dunque lungimiranti i governi che hanno deciso di far partecipare l'Italia alla realizzazione di questo caccia (prima denominato Joint Strike Fighter) della statunitense Lockheed Martin. Con il sostegno di uno schieramento bipartisan, il primo memorandum d'intesa venne firmato al Pentagono nel 1998 dal governo D'Alema; il secondo, nel 2002, dal governo Berlusconi; il terzo, nel 2007, dal governo Prodi. E nel 2009 è stato di nuovo un governo Berlusconi a deliberare l'acquisto di 131 caccia che, a onor del vero, era già stato deciso dal governo Prodi. L'Italia partecipa al programma dell'F-35 come partner di secondo livello, contribuendo allo sviluppo e alla costruzione del caccia.


Vi sono impegnate oltre venti industrie: Alenia Aeronautica, Galileo Avionica, Datamat e Otomelara di Finmeccanica e altre tra cui la Piaggio. Negli stabilimenti Alenia verranno prodotte oltre mille ali dell'F-35. Presso l'aeroporto militare di Cameri (Novara) sarà realizzata una linea di assemblaggio e collaudo dei caccia per i paesi europei, che verrà poi trasformata in centro di manutenzione, revisione, riparazione e modifica. A tale scopo sono stati stanziati oltre 600 milioni di euro, presentandolo come un grande affare per l'Italia. Ma non si dice quanto verranno a costare i pochi posti di lavoro creati in questa industria bellica. Non si dice che, mentre i miliardi dei contratti per l'F-35 entreranno nelle casse di aziende private, i miliardi per l'acquisto dei caccia usciranno dalle casse pubbliche.
Per partecipare al programma, l'Italia si è impegnata a versare un miliardo di euro, cui si aggiungerà la spesa per l'acquisto dei 131 caccia. Allo stato attuale, essa può essere quantificata in circa 15 miliardi di euro. Va inoltre considerato che l'aeronautica sta acquistando anche un centinaio di caccia Eurofighter Typhoon, costruiti da un consorzio europeo, il cui costo attuale è quantificabile in oltre 10 miliardi di euro. E, come avviene per tutti i sistemi d'arma, l'F-35 verrà a costare più del previsto.


Il prezzo dei primi caccia prodotti - documenta la Corte dei conti Usa - è risultato quasi il doppio rispetto a quello preventivato. Il costo complessivo del programma, previsto in 382 miliardi di dollari per 2.443 caccia che saranno acquistati dagli Usa e da otto partner internazionali, sarà dunque molto più alto. Perfino il senatore John McCain, noto «falco», ha definito «vergognoso» il fatto che il prezzo dei primi 28 aerei sfori di 800 milioni di dollari quello preventivato. Nessuno sa con esattezza quanto verrà a costare l'F-35. La Lockheed aveva parlato di un prezzo medio di 65 milioni per aereo, al valore del dollaro 2010, ma poi è stato chiarito che il prezzo non comprendeva il motore né i costosissimi sistemi elettronici e all'infrarosso (come andare ad acquistare un'auto, scoprendo che nel prezzo non sono compresi il motore e la centralina elettronica).


lockheed-martin-f-35-lightning-ii-jsf-microcutawayL'Italia si è dunque impegnata ad acquistare 131 caccia F-35 senza sapere quale sarà il prezzo finale. Anche perché differisce a seconda delle varianti: a decollo/atterraggio convenzionale, per le portaerei, e a decollo corto/atterraggio verticale. L'Italia ne acquisterà 69 della prima variante e 62 della terza, che saranno usati anche per la portaerei Cavour. E, una volta acquistati, dovrà pagare altri miliardi per ammodernarli con i sistemi che la Lockheed produrrà. Un pozzo senza fondo, che inghiottirà altro denaro pubblico, facendo crescere la spesa militare, già salita a 25 miliardi annui.
Non ci si può illudere che il governo Monti cambi rotta, sganciando l'Italia da questo costosissimo programma. L'ammiraglio Di Paola, oggi ministro della difesa, è il maggiore sostenitore dell'F-35: fu lui, in veste di direttore nazionale degli armamenti, a firmare al Pentagono, il 24 giugno 2002, il memorandum d'intesa che impegnava l'Italia a partecipare al programma come partner di secondo livello. E l'F-35 Lightning (Fulmine) - che, assicura la Lockeed, «come un fulmine colpisce il nemico con forza distruttiva e inaspettatamente» - è il sistema d'arma ideale per la strategia enunciata da Di Paola quando era capo di stato maggiore della difesa: trasformare le forze armate in uno «strumento proiettabile», dotato di spiccata capacità «expeditionary» coerente col «livello di ambizione nazionale». Che l'F-35 garantirà insieme alla «sicurezza delle nuove generazioni».


SOURCE : URL de cet article: http://www.mondialisation.ca/index.php?context=va&aid=28031

www.Mondialisation.ca

 

Pas de panique, le nouveau

 

F-35 veille sur notre avenir

 

par Manlio Dinucci

 

Le 5 decembre 2011

ilmanifesto.it

 

777px-Lockheed_F-35_Joint_Strike_FighterEn Italie, la crise économique a frappé surtout les jeunes, dont un million ont perdu leur travail dans les trois dernières années. Les préoccupations concernant l’avenir augmentent donc. Pas de panique, Lockheed Martin pense à eux et à leurs enfants : « Protéger les générations de demain -assure-t-on dans sa publicité- signifie s’engager pour la cinquième génération d’aujourd’hui ». On fait ici référence au F-35 Lightning II, « l’unique aéroplane de cinquième génération en mesure de garantir la sécurité des nouvelles générations ».

Ils ont donc été clairvoyants ces gouvernements qui ont décidé de faire participer l’Italie à la réalisation de ce chasseur (d’abord dénommé Joint Strike Fighter) de la firme étasunienne Lockheed Martin. Avec le soutien d’une union bipartisane, le premier mémorandum d’accord fut signé au Pentagone en 1998 par le gouvernement D’Alema; le second, en 2002, par le gouvernement Berlusconi; le troisième, en 2007, par le gouvernement Prodi. Et en 2009, c’est de nouveau un gouvernement Berlusconi qui a délibéré l’achat de 131 chasseurs qui, à dire la vérité, avait déjà été décidé par le gouvernement Prodi. L’Italie participe au programme du F-35 en tant que partenaire de second niveau, en contribuant au développement et à la construction du chasseur.

Plus de vingt industries italiennes y sont impliquées : Alenia Aeronautica, Galileo Avionica, Datamat et Otomelara de Finmeccanica et autres parmi lesquelles Piaggio. Dans les établissements Alenia seront produites plus de mille ailes du F-35. Près de l’aéroport militaire de Cameri (Novara) sera réalisée une chaîne d’assemblage et d’essai des chasseurs pour les pays européens, qui sera ensuite transformée en centre de manutention, révision, réparation et modification. Dans ce but plus de 600 millions d’euros ont été alloués, en présentant cela comme une grande affaire pour l’Italie. Mais on ne dit pas combien vont coûter les rares postes de travail créés dans cette industrie guerrière. On ne dit pas que, tandis que les milliards des contrats pour le F-35 entreront dans les caisses d’entreprises privées, les milliards pour l’achat des chasseurs sortiront des caisses publiques.

Pour participer au programme, l’Italie s’est engagée à verser un milliard d’euros, à quoi s’ajoutera la dépense pour l’achat des 131 chasseurs. En l’état actuel des choses, cette dépense peut être évaluée à environ 15 milliards d’euros. On devra en outre considérer que l’aéronautique est en train de faire aussi l’acquisition d’une centaine de chasseurs Eurofighter Typhoon, construits par un consortium européen, dont le coût actuel est quantifiable à plus de 10 milliards d’euros. Et, comme il advient pour tous les systèmes d’armes, le F-35 finira par coûter plus que prévu.

Le prix des premiers chasseurs produits -informe la Cour des comptes USA- s’est avéré être quasiment le double de celui prévu. Le coût total du programme, prévu à 382 milliards de dollars pour 2.443 chasseurs qui seront achetés par les USA et par huit partenaires internationaux, sera donc beaucoup plus haut. Même le sénateur John McCain, réputé « faucon », a qualifié de « honteux » le fait que le prix des 28 premiers avions dépasse de 800 millions de dollars celui initialement prévu. Personne ne sait avec exactitude combien va coûter le F-35. Lockheed Martin avait parlé d’un prix moyen de 65 millions par avion, selon la valeur 2010 du dollar, mais il a ensuite été précisé que le prix ne comprenait ni le moteur ni les très coûteux systèmes électroniques et à infrarouge (ce qui équivaut à aller acheter une voiture, en découvrant que ni le moteur ni les instruments électroniques ne sont inclus dans le prix).

L’Italie s’est donc engagée à acheter 131 chasseurs F-35 sans savoir quel en sera le prix final. Parce que, aussi, il varie selon les variantes : à décollage/atterrissage conventionnel, pour les porte-avions, et à décollage court/atterrissage vertical. L’Italie en achètera 69 de la première variété et 62 de la troisième, qui seront aussi utilisés pour le porte-avions Cavour. Et, une fois achetés, elle devra payer d’autres milliards pour les moderniser avec les systèmes que Lockheed produira. Un puits sans fond, qui va engloutir un autre argent public, en faisant croître la dépense militaire, qui se monte déjà à 25 milliards d’euros annuels.

lockheed-martin-f-35-lightning-ii-jsf-microcutawayOn ne peut pas avoir l’illusion que le gouvernement Monti change de cap, en larguant l’Italie de ce très coûteux programme. L’amiral Di Paola, aujourd’hui ministre de la défense, est le plus grand souteneur du F-35 : ce fut lui qui, en habit de directeur national des armements, signa au Pentagone, le 24 juin 2002, le mémorandum d’entente qui engageait l’Italie à participer au programme comme partenaire de second niveau. Et le F-35 Lightning (Foudre) -qui, assure Lockheed, « comme la foudre frappe l’ennemi avec sa force de destruction et de façon inattendue »- est le système d’arme idéale pour la stratégie énoncée par Di Paola quand il était chef d’état-major de la défense : transformer les forces armées en un « instrument projetable », doté d’une capacité « expeditionary » prononcée, cohérente avec le « niveau d’ambition nationale ». Que le F-35 garantira avec la « sécurité des nouvelles générations ».

source photo :
http://www.flightglobal.com/airspace/media/cutawayposters/lockheed-martin-f-35-lightning-ii-jsf-microcutaway-14491.aspx

Edition de samedi 3 décembre de il manifesto
http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20111203/manip2pg/06/manip2pz/314377/

Traduit de l’italien par Marie-Ange Patrizio       


Sur l'enjeu des F-35 au Canada :

F-35: une facture impossible à prévoir par Alec Castonguay, le 5 mars 2011.

L’enjeu des Chasseurs F-35 par Normand Beaudet. le 29 mars 2011
Deux lacunes pour les F-35 canadiens Le ravitaillement en vol et l'atterrissage dans le Grand Nord posent problème
, par Alec Castonguay, le 1er février 2011

Des navires de guerre pour le Canada. Le réarmement du pays se poursuit dans l'indifférence. par Jules Dufour, le 22 octobre 2011


Pour aller plus loin : Le grand réarmement planétaire, par Jules Dufour, le 5 mai 2009.

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